Alle prese con il Piano Triennale: un aiuto a semplificare
Oltre sessanta slide di Mariella Spinosi pensate per aiutare le scuole a semplificare il lavoro di elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) utilizzando il format Tecnodid, con una chiara distribuzione di ruoli e responsabilità, e in un'ottica di condivisione tra le diverse componenti scolastiche.
Il format nazionale che non c’è
Recentemente (11 dicembre 2015) il Miur ha diramato alcuni orientamenti [nota n. 2805] a firma del Capo Dipartimento (Rosa De Pasquale) per l’elaborazione del Piano triennale dell’offerta formativa.
Sono otto pagine di buon senso, ma da esse non emergono indicazioni particolarmente significative e utili alla costruzione del piano. Anzi, l’unica novità è l’annuncio definitivo che non verrà fornito alcun format nazionale per non “ingabbiare” o “limitare”, si dice, “l’autonomia progettuale delle scuole”.
È pur vero che la legge 107/2015 contiene in sé già tutte le indicazioni necessarie (anche di dettaglio) e che le scuole sono abituate a progettare con o senza modelli. Ma uno schema nazionale a maglie larghe (anche sulla scia dell’esperienza positiva del RAV) forse sarebbe stato un valido aiuto per sistemare, in maniera organica, la molteplicità delle questioni che devono andare a comporre il piano triennale, in modo che diventi un punto di riferimento costante nella vita, anche quotidiana, della comunità professionale.
Uno schema per riordinare le idee
Il rischio che si corre è quello di costruire un ennesimo documento formale e non uno strumento “ordinatore” della progettualità e del curricolo. Gli indicatori di tale rischio ci sono tutti: il tempo limitato, le difficoltà che si stanno incontrando nell’organico potenziato, il piano di miglioramento da rivedere, la riapertura del RAV, le risorse da “procacciarsi”... Per dare ordine alle molteplici indicazioni e per recuperare tutte le informazioni serve una grande capacità strategica e gestionale e una visione culturale di grande respiro.
La progettualità è alla base dell’agire di ogni persona, ed ancor di più di quei soggetti che operano all’interno di una comunità. La progettualità non costituisce una competenza riservata solo al dirigente scolastico e a pochi collaboratori. Una scuola che funziona è quella in cui tutti coloro che vi partecipano operano secondo un’intenzionalità strategica. Ciò non significa che tutti devono stare alla stessa maniera dentro qualsiasi processo o scelta operativa, ma semplicemente che ognuno deve sentirsi parte di un meccanismo ben regolato con cifre ordinatrici come la consapevolezza, la condivisione, la comunicazione, la trasparenza…
I presupposti delle slide
Le slide che seguono sono state pensate per aiutare le scuole a semplificare il loro lavoro partendo da alcuni presupposti importanti.
- Nella costruzione del piano triennale non bisogna inventare nulla di nuovo, ma vanno recuperate le buone pratiche di progettazione, quelle, cioè, che in ogni scuola hanno funzionato meglio di altre. È una operazione che richiede una riflessione seria da parte di tutta la comunità scolastica.
- il format che si sceglie deve essere uno strumento di supporto alla progettazione e non uno modello da riempire. Si suggerisce di privilegiare schemi semplici e anche flessibili, tali da poter contenere dinamicamente il piano, perché avrà bisogno di essere rivisto ed aggiustato.
- le informazione necessarie ci sono tutte. Basta cercarle nel Rapporto di autovalutazione [RAV], nel Piano di Miglioramento [PdM], nell’Atto di Indirizzo del dirigente [AID], nel piano di formazione per il personale (docenti ed ATA), nei progetti della scuola, nel curricolo… Si tratta di tenerle insieme, selezionarle e organizzarle.
- Il piano triennale è collegato strettamente al piano di miglioramento. Non bisogna, tuttavia, accontentarsi di mirare solo al superamento delle più vistose criticità (che è pure un obiettivo fondamentale). È importante impegnarsi a dare più identità alla propria scuola attraverso l’enfatizzazione dei punti di forza. Basta chiedersi: perché uno studente, un genitore deve scegliere la mia scuola? Cosa posso fare per caratterizzarla rispetto alle offerte del territorio? Enfatizzo la vocazione musicale? Mi preoccupo in maniera efficace del benessere degli studenti? Mi pongo come punto di forza un uso ottimale delle tecnologie digitali? Voglio che gli studenti imparino bene le lingue? Il comma 7 della legge 107/2015 propone 17 priorità. È la scuola che deve saper scegliere in relazione alla propria identità, vocazione, risorse e, anche, alle proprie ambizioni.
- I processi di costruzione del piano triennale devono essere chiari in modo che tutti possano starci dentro. L’uso di piattaforme interattive ottimizza il lavoro, rende trasparente le scelte, semplifica e velocizza la comunicazione, sollecita a dare contributi. In altre parole dà un aiuto fondamentale a costruire la comunità di pratiche.
Le fonti e i contenuti delle slide
Le riflessioni proposte nelle slide derivano da diverse fonti: rapporti formali ed informali con insegnanti, dirigenti, scuole e reti; incontri seminariali in casa Tecnodid; contributi (editi ed inediti) di colleghi e collaboratori con particolare riferimento a quelli di G. Cerini e di MT Stancarone (partner privilegiati per questa ricerca tematica). Sono articolate in una premessa e tre parti:
- la prima è di tipo ricognitivo. Si tratta di una analisi della legge 107/2015 per capire bene come cambia il piano triennale rispetto a quello annuale;
- nella seconda si entra nel merito della costruzione del piano triennale utilizzando il format Tecnodid elaborato da M.T. Stancarone;
- nella terza parte ci sono alcune importanti e sintetiche riflessioni su regole, criteri, ruoli e responsabilità che fanno ben funzionare la progettualità di una scuola.
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