Una scuola inclusiva, senza tante etichette: gli studenti con B.E.S.
Domenico Trovato
Codice: 99005
Edizione: giugno 2014,
Pagine ebook,
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La scuola, per sua vocazione e missione, non può che essere inclusiva, in quanto svolge la funzione sociale di ridurre/contenere i dislivelli culturali degli studenti, di garantire il massimo del rendimento scolastico a tutti, di far convivere e promuovere le diversità e le potenzialità dei singoli soggetti, nell’ottica di un Benessere equo e sostenibile - in sigla BES - paradigma che include anche quello dei B.E.S. ministeriali.
Il fiorire dunque di nuove terminologie, di nuove sigle, di nuove categorizzazioni lessicali, quasi un lifting linguistico, deve essere sempre e attentamente valutato con riferimento alla concretezza delle situazioni educative agite, rifuggendo da mode psico-pedagogiche effimere e accattivanti. Nondimeno occorre potenziare il nostro bagaglio culturale, attrezzandoci per esplorare i nuovi scenari socio-politico-economici che si affacciano in ambito internazionale.
Nel caso della categoria “inclusione”, documentarci sulle politiche inclusive raccomandate dall’OCSE (2012), sui temi della capability - potenzialità da sviluppare - del benessere umano, del capitale sociale, della solidarietà, dell’equità e della qualità in educazione.
Nello specifico del sistema scuola, il paradigma dell’inclusione e il modello pedagogico dell’educazione inclusiva, seppur con le loro matrici anglosassoni - inclusive education - disability studies - si pongono, in ogni caso, sulla scia delle esperienze di “inserimento” ufficializzate dall’art. 28 della Legge 30 marzo 1971 n.118 di “integrazione” normate dalla Legge 4 agosto 1977 n.517 e soprattutto dalla Legge 5 febbraio 1992 n. 104.
È pur vero che la consacrazione universale del termine avviene con le “Linee guida per l’inclusione” dell’Unesco” (2009), mutuate anche dalla “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” dell’ONU (2006), ratificata dall’Italia con la L.18/2010, documenti che individuano in tre fattori le ragioni per lo sviluppo dell’educazione inclusiva:
a. la ragione educativa: le scuole inclusive debbono utilizzare strategie e metodi didattici in grado di intercettare/promuovere le differenze individuali, a vantaggio di tutti gli studenti;
b. la ragione sociale: le scuole inclusive si caratterizzano per la capacità di modificare i comportamenti dei loro operatori nei confronti della diversità, presupposto per la creazione di ambienti sociali meno discriminanti;
c. la ragione economica: sostenere scuole che educano gli alunni tutti insieme è meno costoso che investire in una filiera di scuole, “specializzate” secondo i diversi bisogni educativi degli alunni.