Vico poeta dell'alba
Marcello Strommillo
Codice: 3219
ISBN: 9788867070572
Edizione: settembre 2018,
Pagine 128,
€ 18,00
Percorsi e chiavi di lettura vichiane
Invito alla lettura di Eugenio Mazzarella
Quello che Strommillo ci presenta non è un’ingenua e decontestualizzata attualizzazione del mondo vichiano, ma un suo uso “fermentativo” (per dirla con Pavel Florenskij) della pasta del mondo, che ci avvolge e non poche volte ci inquieta.
Il motivo per cui il primo lavoro proposto nel testo fa cenno alla Napoli di Vico e a un certo clima culturale, sociale ed educativo in cui affonda le radici la sua opera. Un’istanza di contestualizzazione che è ben viva, nel volume, in tutti i contributi raccolti, nati in momenti e circostanze diverse, e da cui derivano spesso idee che in maniera circolare ritornano e una certa asistematicità, che non è mai però perdita di un filo conduttore, in cui sono chiaramente enucleabili i focus centrali del dialogo, anche esistenziale, di Strommillo con Vico e, insieme a Vico, con il contesto del suo impegno di docente ed educatore.
Innanzi tutto la metafisica del concreto propria del pensiero di Vico, che non costruisce l’universalismo etico nei “laboratori” della ragione, ma nel concreto del vero come farsi storico dell’umano; con i suggerimenti che possono venirci nell’attuale crisi dei costumi e delle istituzioni (“nozze, tribunali ed are”) posti da Vico come fondamento della umana civilizzazione. E come il laser di questa impostazione – una conoscenza che si costruisce come storia della comunità umana – possa aiutarci a traversare e giudicare le nostre attuali solitudini “di animi e di voleri, non potendovi appena due convenire, seguendo ognun de’ due il suo proprio piacere e capriccio”? (Scienza Nuova terza, 1112).
E poi la chiave antropologica e simbolica con cui Vico legge questa storia, capace di fare da argine con la sua “metafisica della mente umana” – nella sua attenzione alla concretezza dei dati storici e “filologici” della civilizzazione umana – alle derive della crisi antropologica del presente, con l’esigenza di un pensiero sorgivo, la cui ricchissima erudizione non perde mai il contatto con l’esperienza elementare dell’uomo.