Esperienze Amministrative n. 3/2010 - La regolamentazione del diritto alla privacy e gli strumenti informatici
a cura di Anna Armone - Sandra Molinaro
Codice: 994
Edizione: febbraio 2010,
Pagine 80,
€ 20,00
STATO ATTUATIVO DEL REGOLAMENTO DELLA PRIVACY • NOMINA E CONTROLLO OPERATO DELL’AMMINISTRATORE DI SISTEMA • PREDISPOSIZIONE DISCIPLINARE UTILIZZO INTERNET E POSTA ELETTRONICA DA PARTE DEI DIPENDENTI • REVISIONE ANNUALE DEL DPS • MODULISTICA
I dati personali, che rappresentano la nostra precisa identità, raccolgono e narrano la nostra storia e consentono perciò la nostra esatta catalogazione e collocazione nel contesto sociale, possono diventare all’improvviso – se non adeguatamente protetti – proprietà di tutti: i nostri concorrenti, i nostri avversari politici, i nostri nemici, (se ne avessimo) se ne potrebbero impossessare per usarli contro di noi.
Ecco perché è venuto prepotentemente in emersione nella cultura occidentale del nostro tempo, il valore della tutela della “privacy”, ovvero della riservatezza di ciascuno da perseguire proprio attraverso la tutela dei dati personali.
Si tratta in definitiva pur sempre – ma in una proiezione resa necessaria dalle peculiarità dell’attuale sviluppo della vita sociale – della tutela del fondamentale valore della persona umana, considerando l’individuo non solo nella sua soggettività, ma anche nei molteplici aspetti ed ambiti in cui si manifesta la sua personalità.
La tutela dei dati personali – e, per questo tramite, della riservatezza, della dignità e della libertà stessa delle persone – è un’esigenza trasversale, che tocca ed investe tutti i campi dell’attività umana.
Ad essa dunque non poteva certo restare estraneo il delicato mondo della scuola, in cui si formano le nuove leve della nostra comunità statale (e che ha anche il compito di assumere tra i suoi contenuti la promozione del valore privacy, quale valore emergente e costitutivo della nostra cultura).
La stessa Autorità Garante, del resto, ha sempre guardato con interesse al mondo dell’istruzione, nell’assoluta convinzione che anche attraverso il continuo aggiornamento e adattamento delle regole sul trattamento dei dati personali si possa concorrere alla risoluzione di molte problematiche legate al mondo giovanile.
Questa attenzione, ove mai ce ne fosse stato bisogno, è stata ribadita il 28 gennaio 2009, allorché l’Autorità garante ha scelto di dedicare la seconda “Giornata europea della protezione dei dati personali” proprio al mondo della scuola. Infatti, per celebrare l’iniziativa, promossa dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione europea e di tutte le Autorità europee per la protezione dei dati personali, volta a sensibilizzare i cittadini europei sulle tematiche riguardanti la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo, l’Autorità italiana si è spostata sul territorio ed ha organizzato, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, un incontro con le scuole superiori presso tre Uffici scolastici regionali, proprio per trattare, con la partecipazione di dirigenti, insegnanti, e rappresentati degli studenti, specifiche tematiche inerenti alla protezione dei dati personali nel mondo giovanile, al fine di stimolare l’attenzione dei giovani sui diritti fondamentali che garantiscono una piena e completa tutela della vita privata e sui rischi, oltre che sulle opportunità, legate all’uso delle nuove tecnologie (Internet, videofonini, Youtube).
Infatti, in questa “società di dati”, i giovani, che sono in grado di sfruttare le nuove tecnologie e, particolarmente, le opportunità che Internet offre, sono i soggetti più esposti al rischio di manipolazioni della sfera più intima e privata.
Sul piano sistematico, la legislazione italiana sulla protezione dei dati personali, in attuazione della direttiva n. 95/46/CE, ha fissato una serie di norme per garantire che “il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche” (art. 2 del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196).
Più in particolare, anche nel quadro dei principi fondamentali della direttiva europea, si prevede che i dati personali utilizzati debbano essere pertinenti e non eccedenti rispetto alla finalità concretamente perseguita: ciò significa che, ove il perseguimento di una legittima finalità possa incidere sulla riservatezza personale, allora si rende necessario adottare tutte le accortezze possibili affinché la sua eventuale compressione sia contenuta entro limiti che l’ordinamento considera accettabili.