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Documento Parlamento Europeo 06.04.2022, n. P9_TA(2022)0114

Attuazione di misure di educazione civica.

Formula iniziale

Risoluzione del Parlamento europeo del 6 aprile 2022 sull'attuazione di misure di educazione civica (2021/2008(INI))

Il Parlamento europeo,

- visti l'articolo 2 e l'articolo 10, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE),

- visti gli articoli 9 e 165 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

- vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (la "Carta"),

- visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare l'obiettivo 4 (istruzione di qualità) e la tappa 4.7,

- vista la comunicazione della Commissione, del 5 marzo 2020, dal titolo "Unione dell'uguaglianza: strategia per l'uguaglianza LGBTIQ 2020-2025" (COM(2020)0152),

- vista la sua risoluzione del 9 settembre 2015 sull'emancipazione delle ragazze attraverso l'istruzione nell'UE[1],

- vista la comunicazione della Commissione, del 12 novembre 2020, dal titolo "Unione dell'uguaglianza: strategia per l'uguaglianza LGBTIQ 2020-2025" (COM(2020)0698),

- vista la sua relazione del 25 marzo 2021 sulla definizione della politica in materia di istruzione digitale[2],

- visto il quadro di riferimento delle competenze per una cultura democratica del Consiglio d'Europa,

- viste le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sulla promozione della consapevolezza democratica e dell'impegno democratico tra i giovani in Europa[3],

- vista la Carta del Consiglio d'Europa sull'educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani,

- vista la comunicazione della Commissione, del 4 marzo 2021, dal titolo "Piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali" (COM(2021)0102),

- visto il pilastro europeo dei diritti sociali proclamato e firmato dal Consiglio dell'UE, dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea il 17 novembre 2017,

- vista la comunicazione della Commissione, del 14 novembre 2017, dal titolo "Rafforzare l'identità europea grazie all'istruzione e alla cultura - Il contributo della Commissione europea alla riunione dei leader di Göteborg che si svolgerà il 17 novembre 2017" (COM(2017)0673),

- vista la comunicazione della Commissione, del 14 giugno 2016, dal titolo "Sostenere la prevenzione della radicalizzazione che porta all'estremismo violento" (COM(2016)0379),

- vista la comunicazione della Commissione, del 1° luglio 2020, dal titolo "Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza" (COM(2020)0274),

- vista la comunicazione della Commissione, del 30 settembre 2020, dal titolo "Piano d'azione per l'istruzione digitale 2021-2027 - Ripensare l'istruzione e la formazione per l'era digitale" (COM(2020)0624),

- visto il quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione (ET 2020), in particolare il suo obiettivo di promuovere l'equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva,

- vista la comunicazione della Commissione, del 30 settembre 2020, sulla realizzazione dello spazio europeo dell'istruzione entro il 2025 (COM(2020)0625),

- vista la raccomandazione del Consiglio, del 22 maggio 2018, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente[4],

- vista la raccomandazione del Consiglio, del 22 maggio 2018, sulla promozione di valori comuni, di un'istruzione inclusiva e della dimensione europea dell'insegnamento[5],

- vista la risoluzione del Consiglio, del 19 febbraio 2021, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione verso uno spazio europeo dell'istruzione e oltre (2021-2030)[6],

- viste le conclusioni del Consiglio, del 17 maggio 2021 e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sul rafforzamento della governance multilivello nel promuovere la partecipazione dei giovani ai processi decisionali[7],

- vista la dichiarazione sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l'istruzione (dichiarazione di Parigi del 2015), firmata il 17 marzo 2015 a Parigi, Francia,

- vista la relazione a cura del 1º panel europeo di cittadini della Conferenza sul futuro dell'Europa dal titolo "Un'economia più forte, giustizia sociale e occupazione/Istruzione, cultura, gioventù e sport/Trasformazione digitale",

- vista la relazione dell'Evento europeo per i giovani 2021 dal titolo "Relazione sulle idee dei giovani per la Conferenza sul futuro dell'Europa",

- vista la relazione Eurydice della Commissione, del 7 novembre 2017, relativa all'educazione alla cittadinanza nelle scuole europee,

- vista la risoluzione dell'Unione dei federalisti europei (UEF) su un approccio sistematico all'educazione alla cittadinanza europea, adottata il 4 luglio 2021 in occasione del XXVII Congresso europeo UEF di Valencia,

- visto il documento informativo stilato dal Servizio Ricerca del Parlamento europeo sullo Spazio europeo dell'istruzione nel maggio 2021 e il quadro strategico 2030 per l'istruzione e la formazione,

- vista la relazione Eurydice della Commissione, del 19 ottobre 2020, dal titolo "Equity in school education in Europe: structures, policies and student performance" (L'equità nell'istruzione scolastica in Europa: strutture, politiche e risultati degli studenti),

- vista la relazione della Commissione del 15 dicembre 2021 dal titolo "Relazione 2020 sulla cittadinanza dell'Unione - Rafforzare il ruolo dei cittadini e proteggere i loro diritti" (COM(2020)0730),

- visto il piano d'azione della Commissione per la democrazia europea del 3 dicembre 2020,

- vista la sintesi delle conclusioni e delle discussioni del Forum 2019 sul futuro dell'apprendimento, pubblicata il 7 dicembre 2019 dal gruppo di esperti della Commissione in materia di istruzione e formazione,

- vista la relazione della Commissione del giugno 2020 dal titolo "Cittadinanza dell'UE e democrazia",

- visti gli orientamenti 2017 della rete Jean Monnet per i formatori di insegnanti sull'identità e la cittadinanza dei bambini in Europa,

- vista la relazione della Commissione del 18 marzo 2015 dal titolo "Promoting citizenship and the common values of freedom, tolerance and non-discrimination through education - Overview of education policy developments in Europe following the Paris Declaration of 17 March 2015" (Promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l'istruzione - Panoramica degli sviluppi della politica dell'istruzione in Europa a seguito della dichiarazione di Parigi del 17 marzo 2015),

- vista la relazione di monitoraggio del settore dell'istruzione e della formazione del 2018 e 2020,

- vista la relazione su "Inclusione e cittadinanza" pubblicata dal gruppo di esperti europei in materia di istruzione e formazione,

- vista la sua risoluzione del 12 aprile 2016 dal titolo "Apprendere l'UE a scuola"[8],

- vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sul ruolo del dialogo interculturale, della diversità culturale e dell'istruzione al fine di promuovere i valori fondamentali dell'UE[9],

- vista la sua risoluzione dell'11 novembre 2021 sullo Spazio europeo di ricerca: un approccio olistico condiviso[10],

- vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2017 sulla relazione 2017 sulla cittadinanza dell'Unione: rafforzare i diritti dei cittadini in un'Unione di cambiamento democratico[11],

- vista la sua risoluzione del 7 luglio 2021 sui dialoghi dei cittadini e la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'Unione europea[12],

- visti l'articolo 54 del suo regolamento nonché l'articolo 1, paragrafo 1, lettera e) e l'allegato 3 della decisione della Conferenza dei presidenti del 12 dicembre 2002 sulla procedura relativa alla concessione dell'autorizzazione ad elaborare relazioni di iniziativa,

- vista la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione (A9-0060/2022),

A. considerando che l'istruzione è un diritto fondamentale e un bene pubblico che dovrebbe essere accessibile a tutti, gratuitamente, in egual misura; che il pilastro europeo dei diritti sociali afferma che ogni persona ha diritto a un'istruzione e una formazione di qualità e inclusive lungo tutto l'arco della vita per partecipare pienamente e in maniera costruttiva alla società; che l'istruzione e l'apprendimento non dovrebbero essere considerati soltanto uno strumento al servizio del mercato del lavoro;

B. considerando che le nuove sfide sistemiche con ripercussioni su scala locale, regionale e globale, quali i cambiamenti climatici, la transizione digitale, i divari sociali e territoriali e la stessa integrazione politica sovranazionale, richiedono un opportuno adeguamento dei sistemi di istruzione, compresa l'educazione civica; che la transizione verde e il Green Deal europeo impongono un ampliamento dell'educazione civica, così da includervi la necessità di agire in modo responsabile, non soltanto all'interno di una data comunità o società bensì nei confronti del pianeta nel suo insieme; che la transizione digitale e l'agenda digitale non solo aprono nuove opportunità per la cittadinanza attiva e la partecipazione democratica online, bensì presentano anche i rischi e le minacce che scaturiscono dalla cattiva informazione e dalla disinformazione; che la cittadinanza digitale attiva dovrebbe tenere in considerazione e affrontare il divario digitale tra le generazioni; che il coinvolgimento dei media locali, nazionali ed europei nella divulgazione della cultura e della storia europee è una parte importante del dibattito pubblico e dell'impegno dei cittadini;

C. considerando che l'educazione civica deve essere intesa come un'educazione a più livelli, che contempli la dimensione locale, regionale, nazionale, europea e globale della cittadinanza; che il processo di globalizzazione e di integrazione europea in atto richiederà alla nuova generazione di europei un maggiore impegno politico a più livelli, nonché la capacità di vivere e lavorare in tutto il mondo e di gestire la differenza nella vita quotidiana; che il pensiero critico, le capacità interpersonali e le competenze civiche sono sempre più importanti nel mercato del lavoro e nella vita sociale; che le società stanno diventando più eterogenee, il che rende ancora più importante il rispetto della diversità di culture e origini e il rifiuto di qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti di donne, persone LGBTIQ e minoranze in Europa;

D. considerando che l'educazione civica trae beneficio da un approccio intersettoriale e dalla cooperazione reciproca tra l'istruzione formale, non formale e informale; che l'educazione civica consente a educatori e discenti di scoprire valori, atteggiamenti, abilità e conoscenze e di comprendere il mondo insieme, anche attraverso la pedagogia partecipativa;

E. considerando che i cambiamenti sociopolitici osservati negli Stati membri, che spaziano dalla polarizzazione sociale e dalla scarsa fiducia nelle istituzioni al regresso democratico, all'erosione dello Stato di diritto, al nazionalismo emarginante e alla strumentalizzazione dell'euroscetticismo a fini politici, unitamente all'ascesa dei movimenti estremisti, alla recrudescenza del razzismo e della xenofobia in tutte le loro forme, all'autoritarismo, alla cattiva informazione e alla disinformazione, potrebbero rappresentare una grave minaccia per le democrazie europee e destabilizzare l'UE nel suo complesso; che il rafforzamento dell'educazione civica in contesti formali, non formali e informali, attraverso l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, potrebbe svolgere un ruolo importante nel contrastare tale tendenza, nel favorire un discorso politico più aperto e nell'incoraggiare una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi politici e legislativi a livello nazionale e unionale;

F. considerando che il sostegno politico all'Unione tende a essere espresso in termini di sentimenti, atteggiamenti e valori piuttosto che di impatto concreto sulla vita quotidiana dei cittadini; che tra i cittadini, in particolare tra i giovani, vi è un'assenza di vicinanza ai processi e ai meccanismi democratici dell'Unione nonché di comprensione degli stessi; che un rinnovato slancio europeo a favore dell'educazione civica può incoraggiare i giovani a partecipare alle elezioni, limitando il richiamo delle narrazioni estremiste e populiste e rafforzando in tal modo anche la coesione sociale;

G. considerando che lo sviluppo di una cittadinanza europea dinamica è stato ostacolato da un divario di conoscenze e di legame emotivo e dall'assenza di meccanismi per la partecipazione e il dialogo dei cittadini; che l'identità europea integra le molteplici possibili identità locali, nazionali, geografiche, culturali o di altro tipo di una persona; che conoscenze insufficienti o nulle in merito all'UE e una scarsa comprensione del suo funzionamento e del suo valore aggiunto possono contribuire alla percezione di un deficit democratico e generare sfiducia, disimpegno civico ed euroscetticismo negli Stati membri;

H. considerando che, nella sua risoluzione del 12 aprile 2016 dal titolo "Apprendere l'UE a scuola", il Parlamento europeo ha invitato la Commissione a predisporre un quadro comune e a mettere a punto orientamenti con esempi concreti per l'apprendimento dell'UE, al fine di promuovere una riflessione obiettiva e critica sui vantaggi dell'Unione europea per i suoi cittadini;

I. considerando che, nella sua risoluzione dell'11 novembre 2021 sullo spazio europeo dell'istruzione, il Parlamento europeo ha chiesto che lo spazio europeo dell'istruzione consenta una maggiore circolazione di discenti, insegnanti e conoscenze, promuovendo un senso di appartenenza all'Europa e di consapevolezza civica, garantendo i diritti e i valori, offrendo opportunità eque e paritarie e migliorando la coesione sociale;

J. considerando che la Commissione non ha intrapreso alcuna iniziativa significativa di natura sistemica in questo settore strategico; che gli attuali programmi dell'UE, ad esempio il programma Erasmus+ e il corpo europeo di solidarietà, presentano ancora un grande potenziale inesplorato che consentirebbe di migliorare l'attuazione dell'educazione civica mediante un approccio più strategico alle componenti di apprendimento formale, non formale e informale dei programmi, nonché mediante un migliore coordinamento delle risorse; che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero adoperarsi maggiormente per migliorare e intensificare il flusso di informazioni sull'Unione europea e sui diritti e doveri specifici;

K. considerando che diversi Stati membri hanno messo a punto programmi nazionali di volontariato; che la creazione e lo sviluppo di tali programmi sono importanti per promuovere un'educazione civica pratica, rafforzare la coesione sociale, favorire la mobilitazione per cause di interesse generale, in particolare per le persone con minori opportunità, nonché per contribuire allo sviluppo personale e professionale dei partecipanti; che una maggiore mobilità civica europea può contribuire ad accrescere il senso di appartenenza dei giovani a una comunità europea, consolidando lo sviluppo di un'Europa dei cittadini; che i programmi nazionali di volontariato possono fungere da via d'accesso naturale verso la mobilità europea per i giovani, specialmente per quelli con minori opportunità;

L. considerando che il corpo europeo di solidarietà, avviato nel 2018 come successore del servizio volontario europeo istituito nel 1996, è il programma generale di mobilità europea per il volontariato, ma dispone di un bilancio limitato per il periodo 2021-2027; che occorre sviluppare maggiori sinergie e cooperazione tra il corpo europeo di solidarietà e i sistemi nazionali di volontariato nonché tra i sistemi nazionali di volontariato esistenti attraverso il corpo europeo di solidarietà;

Lo stato dell'educazione civica nell'UE

1. deplora l'assenza di una definizione comune di educazione civica; ritiene che l'insegnamento dell'educazione civica richieda una combinazione di conoscenze, capacità, metodi, strumenti, contenuti, competenze, atteggiamenti, valori e attenzioni e sia essenziale per generare uno spirito di solidarietà e un senso di appartenenza;

2. ritiene che una comprensione minima dell'educazione civica dovrebbe offrire una comprensione teorica dei concetti politici, giuridici, sociali, ambientali ed economici e delle relative strutture, anche a livello dell'Unione europea, nonché degli sviluppi globali, in funzione del grado di istruzione e formazione e in combinazione con esperienze pratiche; sottolinea l'importanza del pensiero critico e dell'alfabetizzazione mediatica quali parti integranti dell'educazione civica; insiste sulla necessità di promuovere un rinnovamento pedagogico e di adottare un approccio teorico e pratico all'educazione civica nell'Unione; suggerisce di utilizzare le definizioni di educazione civica contenute nella Carta del Consiglio d'Europa sull'educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani e nel quadro di riferimento delle competenze per una cultura democratica del Consiglio d'Europa;

3. è preoccupato per la scarsa attenzione dedicata agli aspetti europei e globali della cittadinanza nei programmi di studio nazionali; constata con preoccupazione che solo la metà degli studenti dell'Unione riferisce di avere l'opportunità di acquisire conoscenze sull'Europa a scuola; sottolinea che maggiore è il livello di conoscenza degli studenti nel campo dell'educazione civica, più questi sostengono la cooperazione tra i paesi europei; deplora la crescente tensione tra il livello nazionale e quello europeo nei programmi di studio di alcuni Stati membri; esprime preoccupazione per l'eccessiva politicizzazione dell'educazione civica e le relative conseguenze, quali i cambiamenti ripetuti e drastici dei programmi di studio, e ribadisce la necessità di garantire stabilità e coerenza a lungo termine nell'insegnamento dell'educazione civica;

4. sottolinea che i cambiamenti sociopolitici e globali richiederanno un aumento significativo dell'attuale livello di qualità e degli approcci all'educazione civica; è preoccupato per i risultati scolastici conseguiti dagli studenti di sesso maschile, di gran lunga inferiori a quelli delle controparti femminili[13]; esprime preoccupazione per gli squilibri in termini di conoscenze civiche medie tra gli Stati membri e all'interno degli stessi; osserva che gli studenti che vivono nelle regioni rurali, remote e socialmente svantaggiate e nelle zone ultraperiferiche affrontano ostacoli aggiuntivi nella partecipazione ai programmi di educazione civica; afferma che ogni singolo discente deve avere accesso a un'educazione civica di qualità elevata, incentrata sulle sue esigenze specifiche in termini di finanziamenti e infrastrutture, tra le altre risorse, il che è fondamentale per il successo della creazione di uno spazio europeo dell'istruzione;

5. sottolinea che, sebbene alcuni aspetti dell'educazione civica siano presenti nella maggior parte dei programmi di studio nazionali, vi sono notevoli differenze tra gli Stati membri e all'interno degli stessi per quanto concerne i livelli di istruzione ai quali viene insegnata, le ore totali dedicate alla materia, i contenuti e le metodologie; osserva che solo alcuni Stati membri dispongono di valutazioni strutturate, obiettivi, orientamenti pedagogici o attività di formazione specifiche per gli insegnanti; constata che, anche in presenza tali elementi, vi è un divario tra i programmi nazionali e la loro effettiva attuazione nelle scuole;

6. ricorda che la qualità dell'insegnamento è l'elemento che più di tutti favorisce un apprendimento efficace e che, pertanto, la formazione iniziale e continua di tutti gli insegnanti e gli educatori, a prescindere dalla specializzazione per materia, dovrebbe costituire una priorità nell'ambito dell'educazione civica e, in particolare, per quanto riguarda la dimensione europea e globale dell'educazione civica;

7. sottolinea che la mancanza di studi approfonditi su modalità efficaci di insegnamento e valutazione dell'educazione civica come pure l'assenza di strumenti pedagogici adeguati a tal fine ostacolano l'efficace insegnamento dell'educazione civica; osserva che da alcune evidenze empiriche si evince che gli approcci basati sulla scuola o la comunità in senso olistico incidono positivamente sulle competenze civiche e il senso civico; ritiene che un valido approccio all'educazione civica dovrebbe tenere conto delle pedagogie partecipative per consentire ai discenti di fare esperienza della cittadinanza in tutte le sue dimensioni e del suo ruolo per l'Unione europea, gli Stati membri, gli individui e la società nel suo complesso;

8. deplora la carente attenzione riservata all'educazione civica nell'istruzione e formazione professionali iniziali nonché nell'istruzione degli adulti; chiede che l'educazione civica sia inclusa a tutti i livelli di istruzione e sia adeguata alle caratteristiche e alle esigenze specifiche dei discenti; deplora la scarsa importanza attribuita al valore dei contesti di apprendimento intergenerazionali che facilitano il dialogo intergenerazionale;

9. ritiene che non sia mai troppo presto per acquisire conoscenze sulla cittadinanza, a livello regionale, nazionale, europeo e globale; osserva che l'educazione della prima infanzia svolge un ruolo importante nello sviluppo di abilità socio-emotive fondamentali e pone le basi per il benessere, il dialogo, il rispetto reciproco, la comprensione e i valori comuni;

10. rammenta il ruolo pedagogico fondamentale svolto dall'apprendimento non formale e informale, compresi il volontariato, il tutoraggio, il dibattito e lo sport, nello sviluppo di capacità, competenze e comportamenti sociali e civici e nella formazione di cittadini responsabili e attivi;

Politiche dell'UE a favore dell'educazione civica

11. si rammarica che il consenso politico a livello europeo in merito alla necessità di promuovere l'educazione civica e l'insegnamento dei valori comuni europei non si sia tradotto in obiettivi, traguardi, parametri di riferimento e misure concreti, e conclude che le politiche di educazione civica presentano carenze in termini di attuazione;

12. ritiene che i programmi dell'UE contribuiscano in misura limitata a promuovere alcune dimensioni dell'educazione civica, principalmente a causa della mancanza di un sostegno diretto esplicito, di risorse limitate e di una copertura geografica disomogenea; deplora che, finora, i progetti finanziati dall'UE in questo settore non abbiano avuto un impatto diffuso a lungo termine;

13. ritiene che vi sia una mancanza di coerenza delle politiche nel settore dell'educazione civica a livello dell'UE e che attualmente non esista uno strumento politico che riunisca in modo strutturato tutti gli organismi e le autorità competenti;

14. conclude che i programmi dell'UE, quali Erasmus+, Orizzonte Europa, il corpo europeo di solidarietà, il programma Diritti e valori e il programma Europa creativa, tra gli altri, abbiano contribuito, per lo più indirettamente, all'insegnamento attivo dell'educazione civica; osserva tuttavia che tali programmi non hanno prodotto alcun impatto sistematico e duraturo;

15. afferma che, sulla base degli articoli 9, 10, 165 e 166 TUE e della Carta, l'UE ha la responsabilità primaria di promuovere l'educazione alla cittadinanza europea quale strumento per garantire una conoscenza più approfondita, da parte dei suoi cittadini, del progetto europeo in quanto unione di Stati democratici, assicurando così ai suoi cittadini il diritto di partecipare pienamente alla vita politica e al processo decisionale a livello dell'UE;

16. pone l'accento sulla volontà di promuovere un'identità comune europea attraverso un programma accademico comune e di integrare fermamente una dimensione europea nell'istruzione, come sollecitato dai cittadini nel contesto della Conferenza sul futuro dell'Europa, nonché sulla richiesta dei giovani europei di includere nei programmi scolastici le conoscenze circa le opportunità e i vantaggi dell'Europa;

17. osserva che alcuni Stati membri riconoscono l'influenza positiva degli sviluppi politici dell'UE in termini di promozione del rinnovamento dell'istruzione nel campo dell'educazione civica;

18. è preoccupato per la mancanza di un'azione efficace da parte della Commissione volta a promuovere la "competenza in materia di cittadinanza" del quadro delle competenze chiave per l'apprendimento permanente del 2018, mentre altre competenze di base sono rispecchiate nei parametri di riferimento dell'ET 2020 o sono sostenute da quadri di competenze specifici volti a facilitare l'insegnamento e l'adozione a livello nazionale;

19. richiama l'attenzione sul conferimento del Premio del cittadino europeo 2021 a iniziative concernenti il dibattito studentesco; è del parere che, in un clima di crescente polarizzazione, il dibattito democratico sia più importante che mai; ritiene che la promozione delle capacità e delle competenze richieste nel dibattito sia parte integrante dell'educazione civica;

20. osserva l'importanza dell'educazione civica nell'ottica della sensibilizzazione verso la transizione climatica e del conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030; sottolinea il legame tra l'educazione civica e l'educazione alla sostenibilità, nonché l'importanza di coordinare gli sforzi attualmente profusi per integrare entrambi i settori nelle politiche, nei programmi di studio, negli approcci pedagogici e nelle metodologie nell'ambito dell'apprendimento e l'istruzione formali, non formali e informali;

Raccomandazioni per una rinnovata educazione alla cittadinanza europea

21. incoraggia gli Stati membri a sostenere, rivedere e aggiornare i loro sistemi di istruzione e tutte le forme di contenuti dei programmi attinenti all'UE a tutti i livelli di insegnamento e apprendimento, compresa l'istruzione e la formazione professionale, al fine di rafforzare la dimensione dell'UE, incoraggiando vivamente le regioni e gli enti locali a fare altrettanto, in particolare laddove abbiano competenze dirette nei sistemi d'istruzione;

22. sottolinea a tale proposito l'importanza di tenere conto della diversità linguistica nell'educazione alla cittadinanza europea, tenendo in debita considerazione le lingue minoritarie e regionali, così come le lingue in pericolo;

23. ribadisce il suo invito agli Stati membri e al mondo dell'istruzione a coinvolgere tutti i cittadini, in particolare quelli provenienti da un contesto migratorio, i migranti, i rifugiati e le comunità religiose in processi bidirezionali, rispettosi e emancipativi di costruzione della cittadinanza, assicurando la loro partecipazione attiva alla vita civica e culturale; ritiene che la promozione di una migliore comprensione, da parte dei cittadini, delle cause storiche e personali alla base dei viaggi dei migranti, ivi compresi il colonialismo e i contesti culturali condivisi, costituisca una componente importante della cittadinanza globale;

24. chiede agli Stati membri di rafforzare e ampliare le opportunità di sviluppo iniziale, continuo, professionale e permanente per insegnanti, educatori e famiglie e il mondo dell'istruzione in generale, e di fornire loro un sostegno e risorse adeguati per l'insegnamento dell'educazione civica, sviluppate in stretta collaborazione con tutti i soggetti coinvolti a livello UE e nazionale;

25. esorta la Commissione, a tale proposito, a elaborare un quadro comune di competenze in materia di educazione civica, destinato a insegnanti e studenti, per la competenza chiave "cittadinanza", che includa le competenze multilingue e interculturali degli educatori e che tenga conto delle dimensioni locale, regionale, nazionale, europea e globale, analogamente al quadro europeo delle competenze digitali, al quadro europeo delle competenze imprenditoriali, al quadro europeo per la competenza chiave personale, sociale e la capacità di imparare a imparare e al quadro europeo delle competenze in materia di sostenibilità di recente istituzione, favorendo le interconnessioni tra tutti i quadri;

26. sottolinea la necessità di promuovere e incoraggiare le opportunità di mobilità, l'apprendimento tra pari e gli scambi di migliori prassi tra i membri del personale docente; ritiene che le componenti di mobilità ibride e flessibili del programma Erasmus+ 2021-2027 servano ad accrescere la mobilità per gli insegnanti di oggi e di domani; incoraggia la Commissione a promuovere la mobilità a breve termine degli insegnanti e a istituire partenariati per la mobilità a lungo termine, avvalendosi degli strumenti digitali senza però sostituire la mobilità fisica e gli scambi interpersonali;

27. invita gli Stati membri e la Commissione a incoraggiare e facilitare, durante l'orario di lavoro, una formazione di alta qualità sulle materie inerenti all'Unione europea per gli insegnanti, il resto del personale docente, i giovani leader e i formatori, ivi compresi i moduli all'estero, che consentono di completare parte della loro formazione in un altro Stato membro, nonché assicurando il riconoscimento delle loro competenze di insegnamento sulle materie che riguardano l'UE;

28. invita a creare e promuovere un marchio di qualità di "euro-insegnante"; ribadisce il suo invito a promuovere e sviluppare un'"Accademia degli insegnanti Erasmus+" per favorire una dimensione europea dell'istruzione; chiede alla Commissione di pubblicare un invito a presentare proposte a un'Accademia degli insegnanti Erasmus+ dedicata all'educazione civica per gli insegnanti, i formatori e i discenti del settore formale e non formale, ivi compreso il settore dell'istruzione e formazione professionale;

29. invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare le sinergie al fine di aumentare l'impatto sistemico dell'educazione civica e a collaborare allo sviluppo di un modulo di formazione iniziale degli insegnanti per familiarizzare gli insegnanti con i sistemi di istruzione europei, le migliori prassi pedagogiche, le piattaforme di scambio dell'UE, gli strumenti e i partenariati che rispecchiano i valori europei e favoriscono la nascita di una cultura dell'educazione alla cittadinanza europea pur riconoscendo le diversità in Europa; sottolinea la necessità di includere questo tipo di moduli formativi nei programmi delle accademie degli insegnanti;

30. chiede il riconoscimento e la convalida delle competenze dei cittadini acquisite attraverso l'apprendimento non formale e informale, ivi compresi il lavoro giovanile e le attività di volontariato, nonché il rafforzamento dei legami tra apprendimento formale, non formale e informale nel settore dell'educazione civica;

31. ritiene che, nel quadro di cooperazione post-ET 2020, occorra concentrare l'attenzione sullo sviluppo di programmi di studio e valutazioni nazionali di educazione civica che integrino tutti gli aspetti rilevanti di quest'area tematica, in linea con il quadro di riferimento delle competenze per una cultura democratica del Consiglio d'Europa e il quadro di riferimento europeo delle competenze chiave per l'apprendimento permanente, in particolare per quanto riguarda le competenze sociali e civiche, tenendo conto altresì dell'istruzione informale e non formale e delle relative attività di coordinamento e facilitazione;

32. chiede l'istituzione di un nuovo gruppo di lavoro sull'educazione civica incaricato di dare seguito alle attività del gruppo di lavoro ET 2020 dedicato alla promozione dei valori comuni e dell'istruzione inclusiva, istituito dopo la dichiarazione di Parigi del 2015;

33. chiede lo sviluppo di obiettivi e parametri di riferimento tangibili e misurabili in materia di educazione alla cittadinanza, compresa l'educazione alla cittadinanza europea, nel quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione verso uno spazio europeo dell'istruzione e oltre (2021-2030); sottolinea che tali obiettivi si dovrebbero tradurre in traguardi per il 2025, con obiettivi specifici per i discenti svantaggiati, e dovrebbero essere inclusi in uno specifico piano d'azione per l'educazione alla cittadinanza europea, nell'ottica di una prospettiva di apprendimento permanente, a partire dalla prima infanzia;

34. sottolinea la necessità di un approccio più strutturato per identificare e diffondere i risultati dei progetti di educazione civica dei programmi dell'UE, in particolare Erasmus+, Orizzonte Europa, Europa per i cittadini, Cittadini, uguaglianza, diritti e valori, Europa creativa nonché il Corpo europeo di solidarietà e i suoi successori, al fine di moltiplicare i risultati nell'Unione, coinvolgendo il Parlamento europeo nel processo; reputa necessario, a tal fine, istituire un meccanismo di revisione e analisi permanente, a livello dell'UE, per identificare le buone prassi che possono essere divulgate ed estese su larga scala per favorire cambiamenti strategici sistemici e durevoli;

35. sottolinea la necessità di portare avanti con decisione la ricerca sui modi migliori per insegnare e valutare l'educazione civica e, in particolare, l'educazione della prima infanzia, nonché il ruolo delle opportunità di apprendimento formale, non formale e informale, e il monitoraggio della sua attuazione sulla base di dati comparativi sufficienti e aggiornati provenienti da tutti gli Stati membri; insiste sull'importanza delle azioni chiave 2 e 3, delle cattedre Jean Monnet e di Orizzonte Europa; si compiace della maggiore attenzione posta dall'azione chiave 2 ai valori comuni, all'impegno civico e alla partecipazione nel programma Erasmus+ 2021-2027;

36. insiste sulla necessità di investire maggiormente in formati di istruzione relativi all'Unione europea a livello di scuole e università, rafforzando le reti esistenti ed elaborando nuovi piani di studio adattati a questo tipo di formazione; sollecita il coinvolgimento di strutture specializzate in affari europei nella ricerca e diffusione dei migliori metodi e strumenti per l'insegnamento dell'educazione civica, utilizzando al contempo le risorse e i fondi dell'UE già disponibili;

37. sottolinea che l'organizzazione dei contenuti dell'educazione civica deve andare di pari passo con l'insegnamento delle competenze digitali e con l'istruzione digitale, non soltanto per essere in linea con la transizione digitale, ma anche per essere in grado di utilizzare i media digitali in modo responsabile;

38. reitera il suo invito alla Commissione e agli Stati membri di portare avanti una ricerca in materia di istruzione che sia comune e partecipativa, segnatamente un esame unionale comparabile di educazione alla cittadinanza, ivi compresa la cittadinanza dell'UE, con un mandato ben definito e obiettivi in linea con le competenze dell'Unione europea; raccomanda di realizzare uno speciale sondaggio Eurobarometro sulle conoscenze generali che i cittadini hanno dell'UE, ampliando l'attuale serie "Cittadinanza dell'UE e democrazia";

39. invita la Commissione a includere, quale parte integrante di ogni opportunità di mobilità Erasmus+ e del Corpo europeo di solidarietà, moduli di apprendimento della cittadinanza europea e un programma di visite a siti del patrimonio e della memoria che rivestono importanza storica per l'Unione e i paesi ospitanti al fine di promuovere un approccio interculturale e dialogico alla storia e consolidare i valori e i principi europei;

40. invita la Commissione a promuovere più attivamente l'educazione civica per tutti i cittadini, ivi compresi gli adulti, e a tenere conto di tale invito nei pertinenti programmi di finanziamento e nei gruppi di lavoro; chiede inoltre alla Commissione di collegare le iniziative dell'agenda per le competenze per l'Europa alle competenze civiche, e a includere la cittadinanza digitale nello sviluppo del certificato europeo delle competenze digitali;

41. chiede la creazione di tesserini europei per le scuole e le università che promuovono attivamente l'educazione civica; chiede la creazione di un premio europeo a sostegno degli educatori e attori locali che promuovono attivamente l'educazione all'UE;

42. chiede alla Commissione di valutare l'introduzione di una nuova sezione specifica nel programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori al fine di promuovere l'educazione civica, con stanziamenti di bilancio dedicati, e di intensificare le azioni e le attività finalizzate all'educazione civica nell'ambito di Erasmus + e Orizzonte Europa con specifici inviti a presentare proposte; esorta la Commissione a sfruttare al massimo l'Anno europeo della gioventù 2022 mettendo a punto azioni e programmi specifici che rafforzino la cittadinanza e l'identità europee;

43. ritiene importante promuovere ulteriormente le opportunità esistenti a livello dell'UE all'interno del settore accademico dell'istruzione e formazione professionale; ritiene altrettanto importante fornire un sostegno su misura per agevolare l'accesso ai programmi; chiede l'inclusione di un segmento dedicato all'educazione civica in tutte le azioni di istruzione e formazione professionale dell'Unione, in particolare nell'ambito delle attività dei centri di eccellenza professionale;

44. sottolinea il ruolo della Casa della storia europea nel promuovere lo sviluppo di attività, programmi e strumenti specifici in grado di costruire una narrativa convincente dell'integrazione europea e dei suoi valori fondamentali, in particolare per gli studenti e gli insegnanti a tutti i livelli di istruzione; invita la Commissione a cooperare con il Parlamento europeo per valutare le modalità di decentramento della la Casa della storia europea così da migliorarne l'accessibilità, anche dagli Stati membri e in particolare dal mondo dell'istruzione, anche attraverso una cooperazione rafforzata con gli istituti di cultura degli Stati membri, mostre itineranti e una rete di delegazioni permanenti;

45. chiede una strategia europea globale per l'educazione civica e la cittadinanza europea, nonché la creazione di piattaforme di supporto volte a promuoverne l'attuazione, concentrandosi in particolare sui valori e i principi democratici condivisi dell'UE e sui diritti fondamentali, quali la dignità umana, la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani, l'uguaglianza, la tolleranza, il rispetto delle diversità e la libertà di coscienza, allo scopo di migliorare la comprensione che i cittadini hanno delle istituzioni, della ripartizione delle competenze, del processo decisionale dell'UE e delle sue politiche, fare opera di sensibilizzazione in merito ai vantaggi, diritti e obblighi dei cittadini dell'Unione, promuovere la conoscenza del processo di integrazione europea e dei modi per partecipare attivamente ai processi democratici e decisionali dell'UE e rafforzare un senso di appartenenza comune;

46. incoraggia le organizzazioni della società civile, le istituzioni, gli esperti e gli operatori che lavorano nel campo dell'educazione civica a rafforzare la cooperazione e sviluppare le sinergie attraverso reti transnazionali aperte; sottolinea il ruolo che la Networking European Citizenship Education ha svolto nell'offrire sedi di dibattito e nel conferire maggiore priorità all'educazione civica a livello nazionale, europeo e internazionale; chiede l'ulteriore istituzionalizzazione di tali reti europee poiché sviluppano e promuovono le iniziative in materia di educazione civica nell'Unione europea e oltre;

47. sottolinea che la strategia dovrebbe includere una prospettiva comunitaria e di apprendimento permanente, coinvolgendo i settori informale e non formale, le imprese e le ONG, in particolare quelle che beneficiano di finanziamenti dell'UE, che dovrebbero contribuire direttamente a rafforzare le conoscenze europee dei partecipanti e delle comunità in cui operano;

48. ritiene che la strategia dovrebbe includere sinergie con le pertinenti azioni dell'UE nel campo della gioventù e delle politiche dell'Unione per la lotta contro il razzismo e la xenofobia in tutte le sue forme, l'odio contro le persone LGBTIQ e la discriminazione delle donne e delle minoranze, creando collegamenti con il piano d'azione dell'UE contro il razzismo e finanziando strumenti come il programma Cittadini, uguaglianza e diritti;

49. chiede che l'educazione civica sia integrata in maniera trasversale nei programmi dell'UE e che siano rafforzate le sinergie tra tutti i suoi programmi, al fine di aumentare l'impatto sistemico dell'educazione civica, anche introducendo e prevedendo un modulo obbligatorio sulla cittadinanza dell'Unione quale corso di formazione da intraprendere prima o in parallelo all'attuazione di un progetto finanziato dai fondi strutturali UE o a un'opportunità di mobilità attraverso programmi come Erasmus+ o il Corpo europeo di solidarietà; ritiene che la frequenza di un modulo sull'educazione alla cittadinanza dell'UE dovrebbe comportare l'ottenimento di una certificazione attraverso microcredenziali;

50. sollecita la Commissione a promuovere l'apprendimento dei temi dell'Unione europea a scuola nei processi negoziali con i paesi candidati all'adesione all'Unione;

51. sottolinea la necessità di investire maggiormente in formati di istruzione relativi all'Unione europea a livello di scuole e università, sia per l'istruzione formale che per l'istruzione e formazione professionale, sviluppando nuovi curricula; invita la Commissione a proporre una raccomandazione recante programmi indicativi per le scuole primarie, secondarie e superiori, nonché per l'istruzione e formazione professionale, sull'educazione alla cittadinanza dell'UE e globale che gli Stati membri possano adottare su base volontaria, nel pieno rispetto delle disposizioni dei trattati e in particolare dell'articolo 165 TFUE, elaborati congiuntamente con esperti, strutture specializzate in affari europei, insegnanti, studenti e in generale con il mondo dell'istruzione degli Stati membri e accompagnati da misure che ne incentivino l'utilizzo; ritiene che tali programmi comuni a carattere dimostrativo dovrebbero promuovere una migliore comprensione della storia dell'integrazione europea, dell'organizzazione e della struttura delle istituzioni esistenti dell'UE, dei processi elettorali e decisionali europei, ivi compresi i mezzi per la partecipazione dei cittadini alla vita democratica dell'Unione, coniugando diversi approcci e metodi pedagogici, tra cui l'apprendimento teorico e basato su progetti adattato alle esigenze dei discenti;

52. invita la Commissione a intensificare il suo lavoro sull'educazione civica al fine di migliorarne l'accessibilità e la qualità in tutti gli Stati membri e a sostenere lo sviluppo di una dimensione europea per l'educazione civica per tutte le età; ritiene che una struttura permanente dovrebbe essere incaricata di creare sinergie, a livello europeo, sull'educazione civica, gestendo le risorse dell'UE stanziate a tale scopo e coordinando gli sforzi sui metodi, le pratiche, gli strumenti e i contenuti comuni; reputa che tale struttura dovrebbe essere incaricata anche della raccolta dati e della valutazione dell'impatto delle azioni di educazione alla cittadinanza finanziate dall'Unione, al fine di diffondere e incrementare le azioni più riuscite e consentire alla Commissione, su questa base, di proporre iniziative politiche e legislative in tale ambito; ritiene che dovrebbe sostenere le opportunità di formazione in materia di educazione civica sia per gli insegnanti che per gli educatori e incoraggiare gli scambi transnazionali;

53. reputa urgente iniziare a lavorare in tale direzione realizzando uno studio di fattibilità incentrato sulla raccolta di dati e sulla valutazione dell'impatto delle azioni in materia di educazione civica coordinate da unità dedicate all'educazione civica in seno alla direzione generale dell'Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura della Commissione e all'Agenzia esecutiva europea per l'istruzione e la cultura; ritiene che tale istituzione potrebbe essere un'opportunità per intensificare il sostegno e il coordinamento delle azioni degli Stati membri in materia di educazione civica e della loro attuazione, così da imprimere un orientamento strategico allo sviluppo di strutture e programmi di studio nazionali per l'educazione civica e per fissare norme minime comuni sul contenuto e la metodologia per l'educazione alla cittadinanza dell'UE e dell'educazione civica in tutta l'Unione; ritiene che, a tal fine, le suddette unità dovrebbero coinvolgere gli Stati membri, il Parlamento europeo, i discenti e la comunità di apprendimento in generale;

54. elogia il programma "Scuola ambasciatrice del Parlamento europeo", che accresce la consapevolezza degli studenti sulla democrazia parlamentare europea e sui valori europei, nonché l'iniziativa Euroscola, che offre agli studenti delle scuole secondarie un'esperienza pratica e immersiva nell'emiciclo del Parlamento europeo, quale valore aggiunto sostenibile per l'insegnamento individuale dell'educazione civica e la partecipazione attiva alla vita democratica; chiede l'introduzione di una certificazione e di un riconoscimento delle abilità e competenze acquisite dai partecipanti, sia studenti che insegnanti; ritiene che si tratti di una buona pratica che merita di essere ampliata affinché possa conseguire un effetto sistemico in tutta l'Unione;

55. incoraggia tutti gli Stati membri a istituire ed elaborare programmi nazionali di volontariato; invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurare il riconoscimento reciproco tra i sistemi nazionali e ad accrescere la cooperazione europea sul servizio civile e il volontariato giovanile; esorta altresì i programmi nazionali di volontariato e i servizi civili a prevedere esperienze di mobilità europea su base reciproca;

56. invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare la mobilità civica europea nel quadro del Corpo europeo di solidarietà rivolto ai giovani, al fine di contribuire a una partecipazione e a servizi civici veramente europei; chiede alla Commissione e agli Stati membri, in quest'ottica, di incrementare in maniera sostanziale le risorse destinate al Corpo europeo di solidarietà; sottolinea che le norme europee in materia di attività di volontariato, come il sostegno finanziario ai volontari, l'assicurazione, l'apprendimento, la formazione, l'inclusione e il principio di non sostituire i posti di lavoro, devono essere centrali per qualsiasi sviluppo futuro del Corpo europeo di solidarietà; insiste sul fatto che le attività del Corpo europeo di solidarietà possono solo integrare e non sostituire i programmi nazionali di volontariato o i servizi civici;

57. ritiene che l'isola di Ventotene e il suo manifesto abbiano svolto un ruolo decisivo nella storia dell'integrazione europea; richiama l'attenzione sul suo ruolo quale luogo emblematico della memoria per l'integrazione europea e per la protezione dei nostri valori europei comuni; sottolinea il suo contributo alla promozione dell'educazione alla cittadinanza europea, in particolare attraverso la partecipazione attiva dei giovani al seminario annuale sull'integrazione europea, avviato da Altiero Spinelli nel 1982; sottolinea inoltre l'importanza simbolica dei lavori di recupero del carcere di Santo Stefano e il suo potenziale di diventare un centro di riferimento permanente per lo scambio culturale, gli eventi pubblici, le mostre e i dibattiti; ritiene pertanto che si tratti di una capitale storica della costruzione morale e intellettuale dei valori europei;

58. invita la Commissione e gli Stati membri a investire in azioni formali di educazione civica e, nella stessa misura, a sostenere l'educazione civica informale, nell'ambito delle attività scolastiche ed extrascolastiche, nonché a rafforzare i programmi dell'UE a sostegno dell'istruzione e dell'educazione civica; chiede l'inclusione, nel dispositivo per la ripresa e la resilienza e nei programmi d'istruzione finanziati con i fondi dell'UE, di obiettivi specifici concernenti l'educazione civica; invita a stanziare maggiori risorse finanziare alle attività, agli strumenti e alle azioni del Parlamento relative alla promozione dell'educazione civica in tutti gli Stati membri, in particolare Euroscola; invita la Commissione ad approvare i progetti pilota proposti dal Parlamento, volti a rafforzare l'educazione civica; insiste sulla necessità di un bilancio dedicato per sviluppare esami unionali comparabili di educazione alla cittadinanza;

59. ritiene che la Conferenza sul futuro dell'Europa rappresenti un'ottima occasione per tenere una discussione multilivello sullo sviluppo delle politiche nel settore dell'istruzione, della gioventù e della cultura; invita gli Stati membri e la Commissione ad adottare e portare avanti le relazioni conclusive del gruppo di lavoro della Conferenza sull'Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport; ritiene pertanto opportuno introdurre competenze comuni nel campo dell'istruzione, almeno nel campo dell'educazione civica, senza che l'esercizio di tale competenza da parte dell'UE "possa avere per effetto di impedire agli Stati membri di esercitare la loro";

60. invita la Commissione a valutare la possibilità di sostenere la creazione, in ogni comune degli Stati membri, di un monumento dell'Unione europea al fine di offrire ai cittadini un simbolo visivo dell'integrazione europea;

61. invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi volti ad attuare la raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre 2012 sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale[14], dal momento che molte delle competenze acquisite attraverso queste tipologie di apprendimento sono simili, complementari o semplicemente fondamentali per lo sviluppo delle competenze civiche;

62. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

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[1] GU C 316 del 22.9.2017, pag. 182.

[2] GU C 494 dell'8.12.2021, pag. 2.

[3] GU C 415 del 1.12.2020, pag. 16.

[4] GU C 189 del 4.6.2018, pag. 1.

[5] GU C 195 del 7.6.2018, pag. 1.

[6] GU C 66 del 26.2.2021, pag. 1.

[7] GU C 241 del 21.6.2021, pag. 3.

[8] GU C 58 del 15.2.2018, pag. 57.

[9] GU C 11 del 12.1.2018, pag. 16.

[10] Testi approvati, P9_TA(2021)0452.

[11] GU C 369 dell'11.10.2018, pag. 11.

[12] GU C 99 dell'1.3.2022, pag. 96.

[13] Schulz, W. et al., "Becoming Citizens in a Changing World, IEA International Civic and Citizenship Education Study 2016 International Report" (Diventare cittadini in un mondo che cambia - Relazione internazionale dell'IEA sull'indagine internazionale sull'educazione civica e alla cittadinanza), Springer, Cham, 2016.

[14] GU C 398 del 22.12.2012, pag. 1.