Istruzione per gli adulti
Sergio Auriemma
Premessa storica
La legge-delega n. 53 del 28.3.2003, all'articolo 2, comma 1, tra i principi e i criteri direttivi ispiratori della definizione attuativa del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione ha collocato al primo posto la promozione di un apprendimento "in tutto l'arco della vita" , prevedendo la necessità di assicurare "a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea" .
Nell'articolo 1 della medesima legge, lì dove si fa riferimento a piani programmatici di interventi finanziari, è indicato uno specifico sostegno ad "interventi... per l'educazione degli adulti" .
L'enunciazione costituisce il culmine di una lunga evoluzione normativa, che ha mirato a dare risposta ai bisogni di istruzione degli adulti, soprattutto sul piano dell'alfabetizzazione e del conseguimento dei titoli di studio di scuola elementare e di scuola media. Del resto il T.U. n. 297/1994, nel recepire la legislazione fino ad allora vigente, aveva previsto per la scuola elementare i "Corsi di istruzione per soggetti analfabeti, scarsamente alfabetizzati e analfabeti di ritorno". Eguali corsi erano stati previsti nella scuola media per il conseguimento del relativo diploma, anche come corsi sperimentali per lavoratori (150 ore).
Dal 1997 hanno raccolto e integrato le esperienze dei corsi di alfabetizzazione e dei corsi per lavoratori i Centri Territoriali Permanenti (CTP), istituiti in base all'o.m. 29.07.1997, n. 455, come strutture di coordinamento delle offerte programmate sul territorio.
In risposta ai bisogni formativi dovuti all'immigrazione, nel d.lgs. n. 286 del 25 luglio 1998, art. 38, comma 5, si
Per proseguire con la lettura è necessario accedere al sito.