Amministrazione scolastica centrale e periferica
Sergio Auriemma
Fonti normative in tema di organizzazione dei Ministeri
Nella legislazione dell'ultimo ventennio, di pari passo con gli esiti delle elezioni politiche e con il succedersi delle varie compagini governative, si è registrata la tendenza ad un frequente mutamento degli assetti in tema di organizzazione degli apparati ministeriali.
Un'ipotesi di ridisegno globale dell'articolazione e delle competenze ministeriali fu avviata dal decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 . L'articolo 2, comma 1, di quel decreto (recentemente aggiornato dal D.L. 11.11.2022 n. 173) stabilì un elenco dei Ministeri.
Il decreto 300/1999, nella sua formulazione originaria, rivisitò anche il previgente assetto dell'Amministrazione scolastica centrale e periferica, basandosi sull'istituzione (in verità si è trattato del ripristino di una situazione lungamente perdurata fino all'anno 1988) di un unico ministero (MIUR - Ministero dell'istruzione, università e ricerca), derivante dalla fusione dei due preesistenti Dicasteri (Pubblica istruzione - Università e ricerca scientifica).
A distanza di sette anni, nel 2006, tramite il decreto-legge n. 181/2006 , convertito dalla legge 17 luglio 2006 n. 233, il succitato assetto subì un ribaltamento e fu reintrodotta la separazione dei due Dicasteri (il cd. "spacchettamento"), nonché ripristinata la denominazione originaria di Ministero della Pubblica Istruzione .
Nel 2007, secondo un andamento "altalenante" non insolito nella legislazione italiana e dovuto a ragioni squisitamente politiche, l'articolo 1, comma 376, della
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