Trasparenza - Legalità - Integrità - Etica
Sergio Auriemma
Evoluzione storica
Il vocabolo "trasparenza" , rinvenibile in taluni testi legislativi antecedenti al varo della legge n. 241 del 7 agosto 1990 sul procedimento amministrativo, è stato comunemente e per lungo tempo utilizzato quale sinonimo di "pubblicità" o di visibilità esteriore degli atti .
La stessa legge n. 241, nella sua originaria versione e ad prima lettura, sembra avvalorare tale accezione semantica; il vocabolo, infatti, risulta collocato unicamente nell'ambito del cosiddetto accesso ai documenti , lì dove l'art. 22 recita "al fine di assicurare la trasparenza dell'attività amministrativa e di favorirne lo svolgimento imparziale è riconosciuto... il diritto di accesso ai documenti amministrativi."
Siffatta collocazione - che vede adoperato il vocabolo unicamente in tema di accessibilità ai documenti e non piuttosto quando vengono enunciati e consacrati, nell'articolo 1, i canoni essenziali dell'azione amministrativa (legalità, economicità, efficacia e pubblicità) - è stata oggetto di una successiva correzione testuale.
La legge n. 15 dell'11 febbraio 2005 ha incluso la "trasparenza" tra gli altri principi fondamentali dell'azione amministrativa; il vocabolo, peraltro, è stato posposto alla parola "pubblicità" , con ciò dandosi risalto alle differenze, concettuali e sostanziali, che intercorrono tra le due espressioni.
L'opzione operata inizialmente dalla legge 241 ha una sua spiegazione logica e comprensibile, se si ha cura di ricostruire, sul piano storico, quali fossero le caratteristiche del Sistema amministrativo italiano esistente fino al 1990.
Nel lontano 1945 la Commissione di studio per l'organizzazione dello Stato , riferendo all'Assemblea Costituente, segnalò la necessità di riconoscere a tutti i cittadini il diritto di avere visione e copia degli atti amministrativi, per "combattere il mal vezzo esistente nell'amministrazi
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