Istruzione: la Commissione Europea tira le somme sugli obiettivi di Lisbona
Cinque erano gli obiettivi prioritari per l'istruzione e la formazione fissati quasi 10 anni fa dagli Stati membri. Di questi solo uno è stato raggiunto: un aumento del 15% degli studenti universitari che si laureano in matematica, scienze e tecnologia. Tra i laureati cresce anche il numero delle donne, una condizione connessa a tale obiettivo.
Nel campo dell'istruzione, l'UE rispetta soltanto uno degli obiettivi che si era data, mentre è in ritardo sugli altri.
Cinque erano gli obiettivi prioritari per l'istruzione e la formazione fissati quasi 10 anni fa dagli Stati membri. Di questi solo uno è stato raggiunto: un aumento del 15% degli studenti universitari che si laureano in matematica, scienze e tecnologia. Tra i laureati cresce anche il numero delle donne, una condizione connessa a tale obiettivo. Impensabile che sia possibile raggiungere gli altri obiettivi entro la scadenza prevista del 2010. Lo dichiara la Commissione Europea, presentando una relazione sui progressi finora compiuti.
Per quanto riguarda la partecipazione all'apprendimento permanente, la riduzione degli abbandoni nelle scuole secondarie e nelle università ed il completamento del ciclo secondario superiore, i paesi dell'UE hanno compiuto dei progressi, ma nel complesso non raggiungono gli obiettivi che si erano dati. Ed anche riguardo al miglioramento della capacità di lettura dei quindicenni, l'UE non soltanto ha mancato il traguardo, ma ha addirittura peggiorato la situazione di dieci anni fa.
Complessivamente i livelli di istruzione in Europa sono comunque aumentati. Infatti, il numero degli adulti a bassa scolarizzazione si è ridotto ogni anno di circa un milione di unità rispetto al 2000.
Una seconda relazione, che valuta la cooperazione tra gli Stati membri nel campo dell'istruzione, evidenzia come a partire dal 2000 gli investimenti per studente siano cresciuti per tutti i livelli di istruzione, benché nell'istruzione superiore l'aumento della spesa sia rallentato. I paesi dell'UE dovrebbero investire in media 10 000 euro in più per studente all'anno per colmare il divario con le università americane.