Sciopero dell’11 dicembre, Gelmini: “Al sindacato chiedo sforzo di modernizzazione. I centri sociali strumentalizzano gli studenti”
“Chiedo al sindacato che oggi, in maniera del tutto legittima, sciopera un grande sforzo di modernizzazione per il bene della scuola e del Paese. Bisogna avere il coraggio di cambiare, di superare vecchi slogan, di rinnovarsi”. Questa, in sintesi, la richiesta avanzata dal Ministro Gelmini in un comunicato stampa dell’11 dicembre, in risposta allo sciopero promosso da CGIL.
“Chiedo al sindacato che oggi, in maniera del tutto legittima, sciopera un grande sforzo di modernizzazione per il bene della scuola e del Paese. Bisogna avere il coraggio di cambiare, di superare vecchi slogan, di rinnovarsi”. Questa, in sintesi, la richiesta avanzata dal Ministro Gelmini in un comunicato stampa dell’11 dicembre, in risposta allo sciopero promosso da CGIL.
“Una scuola – continua il comunicato - vista solo come un ammortizzatore sociale, come un luogo in cui l'unico obiettivo sia la quantità e non la qualità, non può guardare al futuro e vincere le sfide con gli altri paesi europei. Una scuola che spende il 97% del bilancio in stipendi rinuncia alla qualità, al merito, alla formazione e al miglioramento dell'edilizia scolastica. Per noi i temi centrali sono il reclutamento, la valutazione, la carriera degli insegnanti, la qualità dell'istruzione offerta ai ragazzi e, con il 30% dei risparmi in Finanziaria, pagare meglio i professori più bravi.
In particolare risultano ancor più incomprensibili le critiche rivolte al governo dopo una finanziaria che stanzia 400 milioni per l’università, 103 milioni per la scuola, 300 milioni per l’edilizia scolastica, 370 milioni per i lavoratori socialmente utili.”
Forti le critiche, infine, nei confronti dei centri sociali: “Desidero inoltre esprimere il mio rammarico nel vedere che, ancora una volta, alcune manifestazioni non sono dirette e coordinate dagli studenti ma dai centri sociali e dagli anarchici. E’ importante che i giovani che esprimono un pur legittimo dissenso sui provvedimenti in materia d’istruzione non siano strumentalizzati”.