Giornata Infanzia: istruzione, protezione, salute, cibo. Milioni i bambini che ne sono esclusi
Sono 75 milioni nel mondo i bambini che non hanno la possibilità di andare a scuola, 40 milioni vivono in paesi colpiti o reduci da guerre, 40 milioni sono i minori vittime di abusi e negligenze. Questi sono solo alcuni dei dati allarmanti diffusi da Save the Children in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia (20 novembre).
Sono 75 milioni nel mondo i bambini che non hanno la possibilità di andare a scuola, 40 milioni vivono in paesi colpiti o reduci da guerre, 40 milioni sono i minori vittime di abusi e negligenze.
Questi sono solo alcuni dei dati allarmanti diffusi da Save the Children in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia (20 novembre).
“Istruzione, protezione, salute, cibo non sono ancora un diritto per tutti i bambini, anzi a goderne pienamente è la minoranza dei bambini non certo la maggioranza”, commenta il Direttore Generale di Save the Children Italia. “La sfida oggi è ridurre le enormi distanze fra bambini molto tutelati e bambini che hanno zero diritti - a partire da quello di vivere e sopravvivere - affrontando al contempo nuove sfide, come quella dei cambiamenti climatici, che rischiano di amplificare la forbice tra bambini di serie A e bambini di serie B”.
Dalla recente ricerca effettuata dall’Associazione sull’impatto della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia emerge chiaramente che la mancanza di leggi o la mancata applicazione di quelle esistenti, unita a una scarsità di finanziamenti soprattutto nel settore salute e istruzione, sono i principali ostacoli alla tutela universale dei diritti dei bambini.
È necessario un cospicuo aumento da parte dei governi dei finanziamenti in istruzione di base, per arrivare a destinare la metà degli aiuti in istruzione, cioè 5,4 miliardi di dollari annui, ai paesi afflitti o reduci da guerre. Per quanto riguarda l’Italia, Save the Children richiede al governo di aumentare sensibilmente gli aiuti all’educazione primaria nelle nazioni in via di sviluppo, in quanto attualmente l’Italia è agli ultimi posti nella lista dei grandi donatori in aiuti all’istruzione di base.