Vaccino influenza A: documento di consenso igienisti e pediatri di famiglia
Il 13 novembre 2009 si sono riunite a Roma le società scientifiche degli Igienisti (SITi) e della pediatria di famiglia (FIMP) al fine di emanare un documento di consenso in merito alla situazione relativa alla pandemia influenzale e per chiarire le perplessità che porterebbero a difficoltà informative alla popolazione e ad una scarsa adesione alla campagna vaccinale.
Il 13 novembre 2009 si sono riunite a Roma le società scientifiche degli Igienisti (SITi) e della pediatria di famiglia (FIMP) al fine di emanare un documento di consenso in merito alla situazione relativa alla pandemia influenzale e per chiarire le perplessità che porterebbero a difficoltà informative alla popolazione e ad una scarsa adesione alla campagna vaccinale.
In merito alla presenza nei vaccini dello “squalene” (metabolita del colesterolo), il documento precisa che l’adiuvante ad oggi è stato già utilizzato in specifici vaccini antiinfluenzali stagionali senza segnalazione di effetti avversi significativi. Il profilo di sicurezza dello “squalene” è stato, inoltre, affermato dall’ OMS e l’utilizzo in età pediatrica dello “squalene” è sicuro ed efficace come dimostrato da lavori pubblicati recentemente.
Per quanto riguarda le malattie autoimmuni, non esiste al momento a livello internazionale alcun programma vaccinale che ne preveda una limitazione al riguardo.
Dal decimo anno è sufficiente un’unica dose, mentre al di sotto di questa età è necessaria una ripetizione dopo 3 settimane; ad oggi è prevista la dose intera anche nella fascia di età compresa fra 6 mesi e 3 anni.
È fortemente raccomandata la vaccinazione nel secondo e terzo trimestre di gravidanza in quanto rappresenta una priorità tra i gruppi a rischio.
Le due Società, in conclusione, ritengono che:
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che il vaccino sia uno strumento di prevenzione efficace e sicuro
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che vada promossa l’adesione alla campagna vaccinale sia per obiettivi di sanità pubblica che per protezione del singolo a cominciare dalle categorie a rischio
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che i medici e gli operatori sanitari tutti, abbiano il dovere deontologico della corretta informazione alla popolazione sulla base di solide conoscenze scientifiche ed una responsabilità etica alla adesione personale alla vaccinazione come sottolineato anche dall’OMS.