Regione Sicilia: rinvio dell'attuazione dei Regolamenti sulla scuola secondaria superiore

Nella seduta del 19 maggio scorso l’Assemblea regionale siciliana ha approvato all’unanimità una mozione per il rinvio dell'attuazione dei Regolamenti della scuola secondaria superiore.

Nella seduta del 19 maggio scorso l’Assemblea regionale siciliana ha approvato all’unanimità una mozione per il rinvio dell'attuazione dei Regolamenti della scuola secondaria superiore.

Tra le motivazioni leggiamo che “i predetti regolamenti, non prevedendo l'istituzionalizzazione del biennio unitario, rendono impossibile la reversibilità delle scelte degli studenti, riducono l'offerta formativa, privano gli studenti dell'apporto fondamentale di discipline quali diritto, economia, geografia (di fatto accorpata alla storia); diminuiscono altresì le ore di laboratorio, prevedono tagli solo per la scuola statale, mentre restano confermati i finanziamenti alle scuole private;
tutto ciò produrrà notevoli incertezze, in quanto le scuole saranno costrette ad improvvisare i piani dell'offerta formativa (P.O.F.), nel contempo la Regione e l'Assessorato Istruzione e formazione professionale, unitamente agli altri enti locali interessati, non potranno fare un'adeguata programmazione territoriale e si produrrà esclusivamente un riordino della rete scolastica che determinerà un ulteriore taglio degli organici, come voluto dal Governo, mentre le famiglie e gli studenti dovranno compiere scelte definitive senza avere contezza di informazioni determinanti;
tutto ciò produrrà un'ulteriore contrazione degli organici del personale docente ed ATA, che, dopo quella dell'anno scolastico 2009/2010, rischia di compromettere definitivamente la qualità della scuola pubblica in Sicilia
”.

Per tali ragioni l’Assemblea impegna il governo della regione e per esso l'assessore per l'istruzione e la formazione professionale a rinviare di un anno l'applicazione dei regolamenti, approvati dal Governo nazionale, peraltro non ancora pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e ad avviare un confronto con le province, le scuole secondarie superiori e le organizzazioni sindacali, al fine di predisporre un piano di rilancio della scuola pubblica nella Regione.