Domande aperte per il rilancio AFAM
Pubblicato con l’originale titolo di “Chiamata alle arti” il documento elaborato dal cantiere sull’AFAM, che contiene gli obiettivi per il rilancio di Accademie e Conservatori: una visione di cosa la formazione di artisti, musicisti e designer potrebbe essere, con diverse domande aperte. Si tratta del punto di partenza per una fase di ascolto, che porterà, all’inizio del 2015, alla redazione di un documento di policy con le proposte di riforma.
Secondo stime recenti, nel nostro Paese la cultura varrebbe cinque punti percentuali di PIL, e il suo indotto frutterebbe 68 miliardi di euro ogni anno, offrendo lavoro ad oltre 1 milione e mezzo di persone. Eppure non investiamo sufficienti risorse nella formazione, stiamo trascurando di rafforzare la nostra capacità di esportare musica e arte nel mondo, non costruiamo sufficienti ponti con la modernità. Queste le premesse di un documento che, come chiarito nella conclusione, non ambisce (ancora) a dare tutte le risposte, quanto a porre le domande giuste.
La prima parte riguarda l’internazionalizzazione su cui sempre di più deve puntare la nostra alta formazione artistica, musicale e coreutica. L’arte è sempre stata lo strumento con cui si sono abbattute barriere, non possiamo certo trasformare proprio oggi la geografia in un limite. L’Italia, da un lato, deve essere in grado di “esportare” musicisti, coreografi, designer, stilisti, direttori d’orchestra, scenografi, fotografi, danzatori restauratori o educatori museali; dall’altro, deve “importare” le migliori storie ed esperienze straniere per contaminarsi, tornare ad essere pienamente luogo di incontri che producono la migliore formazione classica e il meglio delle nuove avanguardie.
La seconda parte del documento di lavoro affronta il tema dell’offerta di formazione artistica e musicale, tema che va sviluppato lungo tutto il percorso che va dai primi anni di vita dei bambini agli anni degli studi accademici. Da un lato serve completare il percorso di “avvicinamento” dell’AFAM al sistema universitario, dall’altro serve puntare all’istituzionalizzazione dei corsi pre-accademici.
La terza parte tocca i temi legati alla ricerca, alle connessioni con i mondi dell’impresa, alla costruzione di una domanda nazionale di arti, necessario complemento per assicurare che anche l’offerta continui ad avere un traino forte. In coda, si stimola la riflessione su due temi trasversali: la differenziazione del comparto e l’allargamento dei suoi confini.
Infine un’appendice con tutti i numeri dell’AFAM: iscrizioni, alunni stranieri, personale docente e non docente.
Il documento è frutto del lavoro comune del cantiere sull’AFAM, istituito nell’ottobre 2014 e composto dal Sottosegretario Angela D’Onghia e da interni al MIUR: Marcella Gargano, Marco Mancini, Domenico Rossitto – così come da esterni: Emanuele Bevilacqua, Bruno Carioti, Giovanna Cassese, Domenico Codispoti, Andrea Di Benedetto. I lavori del cantiere sono coordinati da Alessandro Fusacchia, capo di Gabinetto del Ministro, assistito da Antonio Aloisi.
A partire dai riscontri al documento e dai contributi che perverranno al cantiere, al termine di una fase di ascolto che ambisce ad essere ampia e attenta, all’inizio del 2015 sarà elaborato un documento di policy con proposte di riforma per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica.