Riforma scuola: da oggi la discussione in aula
Dopo il via libera dalla Commissione Cultura, il DDL scuola approda oggi in aula alla Camera, con relatore Maria Coscia (PD). Previsto per il 20 maggio Il voto finale. Intanto il premier Renzi si rivolge agli insegnanti con un video e una lettera: “Il nostro progetto non è ‘prendere o lasciare’ e siamo pronti a discutere. Ma facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare”.
Il 13 maggio la VII Commissione Cultura alla Camera ha dato il proprio via libera al ddl Scuola, approvando a maggioranza il testo della riforma e dando mandato alla relatrice, Maria Coscia, capogruppo PD, di riferire in aula.
Gli emendamenti al ddl Scuola, il cui numero si aggira intorno ai 1650, sono stati depositati alla Camera per mettere a punto il fascicolo con le proposte di modifica.
L'arrivo in aula è stabilito per oggi. Il voto finale al ddl di riforma della scuola, inizialmente previsto per il 19 maggio, slitta di un giorno a mercoledì 20 maggio, come deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Intanto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha rivolto un appello ai docenti attraverso il canale Youtube di Palazzo Chigi (guarda il video) e ha inviato loro una lunga e articolata lettera, in cui rassicura sul fatto che la riforma “non è ‘prendere o lasciare’. Siamo pronti a confrontarci”. La lettera del premier affronta a volo d’uccello tutte le principali tematiche contenute nel provvedimento, enumerandole in questi termini: “I. Assumiamo oltre centomila precari; II. Bandiamo un concorso per altri 60 mila posti il prossimo anno; III. Mettiamo circa quattro miliardi sull'edilizia scolastica; IV. Diamo più soldi agli insegnanti; V. Attuiamo l'autonomia; VI. Realizziamo la vera alternanza scuola-lavoro; VII. Educhiamo cittadini, non solo lavoratori; VIII. Affidiamo a deleghe legislative settori chiave.”
Infine alcune rassicurazioni, scaturite dagli interrogativi e critiche mosse in questi giorni dal mondo della scuola: “1) Le aziende non hanno alcun ruolo nei consigli di Istituto; 2) I giorni di vacanza non si toccano; 3) Nessuno può essere licenziato dopo tre anni; 4) Il preside non può chiamare la sua amica/amico, ma sceglie tra vincitori di concorso, in un ambito territoriale ristretto".
E da ultimo, ancora un invito al dialogo: “Leggerò le Vostre risposte se avrete tempo e voglia di confrontarvi […] Il nostro progetto non è ‘prendere o lasciare’ e siamo pronti a discutere. Ma facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare. L'Italia è più forte anche delle nostre paure. Aspetto le Vostre considerazioni".