Istituti tecnici: monitoraggio nazionale
Presentati al Miur i risultati del monitoraggio nazionale sugli istituti tecnici superiori condotto dall’Indire su 97 percorsi di istruzione, a un anno di distanza dalla loro conclusione. Quasi l’80% dei diplomati ha trovato lavoro. Toccafondi: “Dati assolutamente positivi, ma restano delle zone d’ombra su cui dobbiamo lavorare”.
Il monitoraggio, realizzato da Indire su incarico del MIUR, analizza i dati dei percorsi per il conseguimento del diploma di Tecnico Superiore terminati dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015, ad un anno dalla conclusione del percorso, in modo tale da poter rilevare i dati sull’occupazione dei diplomati a 12 mesi.
I dati del monitoraggio sono stati presentato lo scorso 11 aprile al Miur dal Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, dal Presidente di Indire Giovanni Biondi e dall’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Toscana e Coordinatrice della IX Commissione della Conferenza Stato-Regioni Cristina Grieco.
I 97 percorsi monitorati, erogati da 57 Fondazioni, sono dedicati in larga parte alle Nuove Tecnologie per il Made in Italy (46); seguono i percorsi in Mobilità sostenibile (19) e quelli in Efficienza energetica (13).
Sono 2.374 gli studenti iscritti ai percorsi degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) monitorati nel corso del 2017. In 1.767 hanno conseguito il diploma. Il 79,1% dei diplomati (pari a 1.398) ha trovato un lavoro entro un anno dalla fine del percorso, impiego che nell’87,5% dei casi era coerente con il diploma conseguito.
“Questo terzo monitoraggio – ha sottolineato il Sottosegretario Gabriele Toccafondi – ci dice che ci sono dati assolutamente positivi sul sistema ITS, un sistema nel quale il Miur crede fortemente. Ma ci sono anche delle zone d’ombra su cui dobbiamo lavorare. Sui 97 percorsi monitorati abbiamo 15 percorsi che vanno male, che non hanno svolto la mission e non hanno raggiunto gli obiettivi. Gli ITS funzionano se sono utili per le studentesse e gli studenti, se partono da una esigenza reale del sistema produttivo presente sul territorio. Se questo non avviene si elimina qualsiasi speranza e possibilità per le ragazze e i ragazzi, togliendo inoltre risorse che potrebbero essere dedicate a quegli ITS che funzionano bene e ad altri che potrebbero nascere”.