Ripartizione Fondo di finanziamento ordinario 2017
Quasi sette miliardi di euro totali, di cui 55 milioni per la no tax area: il Miur ha pubblicato le tabelle con la ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario 2017 per le università. Fra le novità di quest’anno l’attuazione del criterio dell’autonomia responsabile e dei dati sulla qualità del reclutamento.
A seguito della registrazione della Corte dei conti, sono disponibili sul sito del Miur le tabelle con la ripartizione a livello di ateneo del Fondo di finanziamento ordinario, che per il 2017 ammonta a 6,982 miliardi di euro totali.
Le suddette tabelle pubblicate fanno riferimento alle seguenti voci del Fondo di finanziamento: quota base, quota premiale, risorse perequative (per un totale di 6,272 miliardi di euro). A queste si aggiungono le assegnazioni per i piani straordinari di reclutamento docenti varati nel corso degli ultimi anni (237,2 milioni di euro), la quota 2017 relativa alla programmazione triennale (43,8 milioni di euro) e l’assegnazione dei 55 milioni di euro agli atenei a compensazione della cosiddetta no tax area a decorrere dal 2017. Per un totale di 6,6 miliardi di euro. Le tabelle relative alle voci ulteriori dell’FFO (fra cui dottorati, fondo giovani, risorse per la ricerca di base, risorse da destinare ai docenti) saranno pubblicate entro il mese di settembre.
Per la prima volta quest’anno sono stati distribuiti anche i fondi per la no tax area, novità prevista dalla legge di bilancio 2017 che consente agli studenti con ISEE fino a 13.000 euro di essere esonerati dal pagamento delle tasse e garantisce tasse calmierate a chi ha un ISEE fra 13.000 e 30.000 euro. Si tratta di 55 milioni, di cui 20,73 milioni (37,7%) vanno al nord, 13,2 milioni (24%) al centro e 21,07 milioni (38,3%) al Sud. Il riparto è in proporzione alla percentuale di studenti attualmente esonerati dalle tasse moltiplicati per il costo standard per studente in corso del rispettivo ateneo.
Fra le novità che hanno inciso sulla distribuzione del fondo ci sono l’aggiornamento dei dati sulla qualità del reclutamento e l’attuazione del criterio dell’autonomia responsabile. Per la prima volta le variazioni di performance degli atenei sono state valutate anche sulla base di due indicatori da loro scelti a fine 2016 in relazione a didattica, ricerca e internazionalizzazione, con un coefficiente aggiuntivo del 20% per le università del sud e del 10% per quelle del centro.